Intervista al tecnico acustico Matteo D'ambrosio
Io mi occupo dei problemi di acustica architettonica, quindi della diffusione del suono in ambienti chiusi, mentre se devo affrontare problemi di acustica nelle costruzioni non ho dubbi, chiamo quello che per me è “IL tecnico acustico”: Matteo D’Ambrosio, riconosciuto Tecnico Competente in Acustica Ambientale ai sensi dell’art. 1 del D.P.C.M.31/03/1998, socio specialista Assoacustici, socio dell’Associazione Italiana di Acustica, socio di ANIT; è titolare di Studio di Acustica ( studiodiacustica.it ) , da anni opera nel settore dell’acustica edilizia come consulente per imprese, enti pubblici, studi professionali.
(O. Oscar, M. Matteo)
O. So che i problemi di acustica in edilizia sono tanti, ma riesci a dirmi sinteticamente quali sono i rumori più presenti nelle costruzioni?
M. Nelle strutture edilizie intervengono molti fattori che generano disturbi acustici ma possiamo identificare due grandi categorie di rumori presenti in edilizia: rumori esterni agli edifici e rumori interni.
Tra i rumori esterni quelli più significativi per intensità e più disturbanti sono quelli dovuti al traffico veicolare, al transito di aerei, treni, metropolitane, mentre i disturbi acustici all’interno degli edifici sono causati maggiormente da rumori generati da impianti, apparecchiature meccaniche, elettrodomestici, diffusori acustici come TV o radio, ma i rumori che maggiormente si cerca di eliminare sono i rumori interni generati dalle nostre attività quotidiane che vengono trasmesse ai locali limitrofi, il così detto “disturbo del vicino di casa”.
O. E’ vero!… non c’è nulla di più fastidioso di un vicino rumoroso
M. Ecco… hai colto l’essenza del mio lavoro, anche se hai un vicino rumoroso io devo fare in modo che tu lo possa percepire molto poco, entro dei parametri definiti dalle norme.
O. come si trasmettono i rumori nelle costruzioni?
M. I rumori nelle strutture edilizie si trasmettono per via aerea da ambiente ad ambiente o dall’esterno verso l’interno, per via solida attraverso le strutture, in oltre ci sono i rumori di impatto come quelli del calpestio e i rumori prodotti dagli impianti.
O. Quindi, voi tecnici acustici, dovete intervenire nella progettazione per evitare la trasmissione delle onde acustiche per rendere un edificio isolato dai rumori?
M. Si esatto, dobbiamo garantire che tutte le problematiche che ho citato siano affrontate e risolte sempre in fase progettuale. Purtroppo i rumori e i suoni non perdonano, se in fase progettuale non si considerano attentamente i vari aspetti, dopo che le opere sono realizzate è molto difficile intervenire.
O. Mi faresti un esempio?
M. Ne potrei fare tantissimi ma ti faccio riflettere su un paragone rispetto agli interventi termici negli edifici per il risparmio energetico. Immagina un intervento di isolamento a cappotto sulla facciata di una casa. Se in fase di esecuzione dell’opera si dovesse verificare un difetto di applicazione localizzato o una mancanza progettuale, in alcune piccole zone si verificherebbero dei ponti termici puntuali che sicuramente porterebbero al verificarsi di problemi ma certamente non andrebbero a inficiare l’efficacia di tutta l’opera realizzata.
Per l’acustica non è così, se sulla facciata presa ad esempio, dovessero verificarsi dei ponti acustici anche puntuali tutto l’intervento mirato ad isolare acusticamente l’ambiente sarebbe compromesso.
O. Quali sono gli errori più comuni che si commettono?
M. Per quanto riguarda i problemi di ponti acustici in facciata, spesso gli errori riguardano la posa dei serramenti. In molti casi capita che si verifichino problemi acustici sulle spallette. Le aziende produttrici garantiscono l’efficienza acustica del serramento ma poco fanno per garantire la corretta posa. Sempre per le facciate, da qualche anno vengono utilizzati dei sistemi di ventilazione meccanica decentralizzata, il 99% delle volte non risultano acusticamente performanti, ovvero non isolano dai rumori provenienti dall’esterno all’interno. Altro caso classico è la mancanza di isolamento degli impianti di scarico dei bagni, gli improvvisi flussi degli sciacquoni provocano vortici e vibrazioni nelle tubature che, se non ben isolate, trasmettono i rumori alle strutture dell’edificio che li diffondono molto velocemente.
O. Quali sono i materiali isolanti acustici?
M. Per risolvere problemi acustici in edilizia si usano molti materiali isolanti ma devi tener presente un principio fondamentale; per rendere isolante una partizione o usi materiali fonoimpedenti massivi (massa grande) o composizioni successive di materiali smorzanti che sfruttano il principio massa-molla-massa. A parità di massa una partizione composta da diversi strati, massivi e porosi, isola meglio di una parete monolitica. Ecco perché si usano materiali composti da strati massivi ed elastici accoppiati.
O. Mi dai qualche suggerimento pratico?
M. In cantiere si possono usare tanti semplici accorgimenti per evitare problemi di trasmissione dei rumori. Tutti comunque sono indirizzati a “desolidarizzare” le strutture e i collegamenti rigidi. Pensa ai materassini fonoimpedenti da posare sotto i massetti per
evitare la trasmissione dei rumori di calpestio, pensa alle guaine che si usano per interrompere la continuità delle travi che attraversano diverse unità immobiliari, pensa alle pendinature a molla dei controsoffitti che smorzano la trasmissione dei rumori degli ambienti verso i solai. Sono tutti accorgimenti usati per interrompere la continuità di elementi rigidi che trasmettono molto le vibrazioni e i rumori.
O. Mi parli un po’ degli strumenti di misura che utilizzi?
M. Lo strumento più importante è il fonometro. In realtà dovrei dire sistema fonometrico perché lo strumento è composto da più elementi, sorgenti modulabili, microfoni rilevatori, apparati di elaborazione e calcolo. Sull’utilizzo degli strumenti di misura ti voglio dire una cosa che spesso crea confusione e dubbi sull’isolamento acustico. Molti confondono il concetto di Fonoisolamento di una partizione e Isolamento Acustico. Il potere fonoisolante è una caratteristica intrinseca dell’elemento edilizio considerato, mentre l’Isolamento Acustico è la differenza in decibel tra i livelli di rumore MISURATI in una stanza con la sorgente del rumore e la stanza con lo strumento ricevente.
O. Per questo nelle controversie spesso non basta che i costruttori presentino i certificati di fonoimpedenza dei materiali utilizzati per realizzare le partizioni?
M. Esatto. Tutte le normative fanno riferimento a misure fonometriche per la certificazione delle costruzioni per l’isolamento acustico, le certificazioni dei materiali servono a noi tecnici per progettare i pacchetti isolanti per le varie partizioni.
O. Acustica in edilizia ed acustica ambientale identificano due ambiti d’intervento diversi ma cosa li accomuna?
M. Il progetto. L’acustica va progettata. Per affrontare i problemi di isolamento acustico o la gestione della diffusione dei suoni negli ambienti si deve partire dal progetto. Risolvere problemi acustici in generale è sempre molto difficile “a cose fatte”. Spesso i problemi in acustica si affrontano solo quando si presentano e questo comporta interventi complicati
oltre che costosi.
O. Come sai, questa breve intervista sarà inserita nel libro che sto scrivendo. Vuoi dire qualcosa al mio lettore?
M. Ne dico due. La prima è: BRAVO, se stai leggendo questo libro hai interesse verso il mondo dell’acustica che per me, oltre ad essere lavoro, è anche passione. La seconda cosa è un invito: leggi con attenzione questo libro, capirai l’importanza del comfort acustico per il benessere delle persone.
Intervista alla psicologa dott.ssa Elena Cipani
La dott.ssa Elena Cipani è una Psicologa che ha studiato gli effetti psicologici che i disturbi acustici generano nelle persone. Oltre ad aver pubblicato diversi articoli sul tema, coordina una rubrica, molto interessante, sulla rivista on-line “inquinamentoacustico.it”.
(O. Oscar, E. Elena)
O. Seguo da anni le tue pubblicazioni sugli effetti psicologici provocati dai disturbi acustici ed ho veramente piacere di poter approfondire una materia così complessa con te. Per iniziare vorrei chiederti a che punto è la ricerca sui problemi psicologici che l’inquinamento acustico provoca sulle persone?
E. Le ricerche sull’inquinamento acustico hanno dimostrato che il rumore interferisce sul benessere delle persone e sulla qualità della vita. A livello psicologico, l’inquinamento acustico provoca ansia, mal di testa, disturbi del sonno, depressione, stress, cambiamenti d’umore, aumento dell’aggressività e della conflittualità. Tra le reazioni al rumore troviamo l’annoyance, che è l’insieme delle sensazioni negative quali fastidio, rancore, malcontento e disagio che subentrano come risposta al rumore.
O. Spesso nella mia attività mi confronto con tecnici e professionisti. Credo che, anche i più preparati, poco conoscano degli effetti che suoni o rumori possono provocare a livello psicologico nelle persone. Perché questi aspetti sono così poco conosciuti?
E. Penso che il motivo sia da ricercare nel modo in cui si considera il “rumore”. Per molte persone il rumore è semplicemente visto come un fastidio, un problema soggettivo del singolo individuo. Ma, per quanto ci possano essere differenze individuali nella risposta a determinati stimoli, le ricerche sul problema dell’inquinamento acustico dimostrano come la mente di tutti risponda all’eccesso di rumore attraverso risposte di tipo psicologico, per esempio con ansia, irritabilità o disturbi del sonno sia in adulti che bambini. Siamo abituati a pensare che il “vero” rumore sia quello improvviso, del cane che abbaia o del motorino che passa. In realtà il rumore aumenta in modo subdolo dentro e fuori casa, e inconsapevolmente ci troviamo immersi in una confusione di suoni e rumori che provoca effetti psicofisici e che tuttora si è portati purtroppo a sottovalutare perché non provocano un allarme immediato.
O. nel 2020 le nostre vite sono cambiate radicalmente a causa delle restrizioni imposte a causa della diffusione della pandemia. Tutti abbiamo capito cos’è l’inquinamento acustico. Città deserte, traffico assente, assembramenti e feste nei locali eliminati, molti dei disturbi acustici a cui eravamo ormai abituati sono improvvisamente spariti. Quali sono gli effetti psicologici che una situazione di cambiamento così radicale provoca.
E. Gli effetti sono stati diversi: per molte persone, trovarsi improvvisamente in una realtà silenziosa è stato disorientante perché è venuta a mancare la quotidianità dei rumori. E la situazione è stata ancora più angosciante per chi vive nelle zone più trafficate perché il silenzio innaturale era interrotto ad ogni ora dalle sirene delle ambulanze. Per molti altri, pur nella situazione della pandemia, ritrovare il silenzio è stato un modo per ritrovare un pò di pace. Basti pensare a chi vive con un bar sotto casa, in zone molto trafficate o vicino ad attività produttive: queste persone hanno finalmente potuto regolare il riposo in base alle proprie esigenze, senza avere la giornata e la nottata scandita dai rumori degli altri. Molte persone mi hanno anche raccontato di avere riscoperto suoni a cui da molto tempo non era possibile prestare attenzione, per esempio il suono del vento o il canto degli uccelli. Da questo punto di vista, la riduzione del rumore, ha consentito di ritrovare una maggiore armonia con il mondo esterno. Spero che quanto accaduto possa far riflettere sulla necessità di una realtà il più possibile protetta dal rumore.
O. spesso sento dire che in nostro apparato uditivo si abitua ai suoni e ai rumori, per questo dopo un po’, non ci si fa più caso e quindi non disturbano più. E’ così?
E. L’abitudine al rumore è un’illusione. L’inquinamento acustico è subdolo, aumenta gradualmente e non ce ne rendiamo conto. E il nostro organismo risponde attraverso meccanismi di compensazione che però, a lungo andare, diventano insufficienti e compaiono sintomi di stress psicofisici tra cui tensione, ansia, disturbi del sonno, disturbi gastrointestinali, mal di testa. Il nostro organismo lavora bene quando si trova in una condizione di equilibrio e quando, anche se si verifica qualche squilibrio, è possibile tornare in un lasso di tempo ragionevole alla condizione iniziale. Più a lungo dura il disturbo, più diventa difficile recuperare la condizione di tranquillità interiore e un disturbo da rumore protratto nel tempo può compromettere alcuni meccanismi di compensazione per cui si può rendere necessario il ricorso ad un aiuto farmacologico, per esempio se compare un disturbo del sonno conseguente al rumore.
O. Uno degli argomenti che mi hanno sempre appassionato della psicoacustica è quello legato alle inconsce aspettative psicologiche delle persone. Quanto un disturbo acustico inaspettato incide sull’aspetto psicologico delle persone? E che differenza c’è tra un disturbo inaspettato o ripetitivo?
E. Un rumore inaspettato crea uno stato di allarme, il singolo rumore improvviso è un segnale che viene avvertito come un pericolo ed ha una funzione protettiva. Se però i rumori improvvisi diventano troppi perdono progressivamente la loro funzione protettiva e ci fanno diventare sempre più nervosi. Per spiegare la differenza tra un disturbo inaspettato e un rumore di fondo ripetitivo, mi viene in mente il principio metaforico della rana bollita di Noam Chomsky che descrive come l’uomo moderno si adatti a situazioni spiacevoli e reagisca solo quando è troppo tardi: immaginiamo una rana che nuota in un pentolone pieno d’acqua, il fuoco sotto al pentolone è acceso e l’acqua si scalda molto lentamente. La rana inizialmente si trova bene anche se l’acqua diventa tiepida ma quando l’acqua è troppo calda, la rana ormai è debole e non riesce a scappare. Se avesse toccato l’acqua già calda, avrebbe reagito fuggendo. Spesso, anche nel caso di inquinamento acustico, ci rendiamo conto del problema quando ormai stiamo male e diventa difficile intervenire sul problema oggettivo del rumore ma anche recuperare il nostro stato di benessere.
O. Sappiamo che ogni ambiente richiede delle prestazioni acustiche diverse a seconda della destinazione d’uso, proprio per determinare l’ascolto ottimane in funzione delle aspettative delle persone che li frequentano; ma se ciò non succede, cioè se un ambiente è disturbato come in molti ristoranti o bar, quali sono gli effetti psicologici che si generano sui clienti?
E. Per i clienti di un ristorante o di un bar può essere molto sgradevole trovarsi in un ambiente disturbato perché l’eccesso di rumore rende difficile sostenere una conversazione tranquilla, fino a non riuscire a comunicare. Di conseguenza ci si trova a disagio, perché in un ambiente in cui regna la confusione non è possibile avere uno scambio buono e costruttivo con gli altri. Oltre a questo, il rumore genera nervosismo, irritabilità, tensione, mal di testa. Può capitare che le persone infastidite dal rumore decidano di andare via prima dal locale e che non tornino.
O. quali sono gli effetti negativi che ambienti particolarmente disturbati provocano nelle attività di lavoro negli uffici?
E. L’ambiente rumoroso può provocare disturbi sia a livello psicologico che fisico, come stress, ansia, mal di testa, aumento della pressione sanguigna, vertigini, disturbi del sonno, disturbi digestivi. Inoltre, il rumore provoca tensione e nervosismo che possono ripercuotersi a livello relazionale e interferire nella comunicazione efficace tra colleghi, e tutto questo favorisce sbagli e incomprensioni. Inoltre, un ambiente troppo rumoroso ci fa distrarre da ciò che stiamo facendo. Una conseguenza è quindi la stanchezza dovuta alla necessità di ritrovare continuamente la concentrazione.
O. come una cattiva acustica influenza i processi di apprendimento per gli studenti?
E. Una cattiva acustica influenza i processi di apprendimento in vari modi: gli studenti non riescono ad ascoltare gli insegnanti e a mantenere la concentrazione, c’è un aumento dello stress, una riduzione della memoria a breve e a lungo termine. E’ stato dimostrato
inoltre che il rumore interferisce nella realizzazione di compiti come la comprensione di un testo e l’esecuzione di calcoli matematici. Tutto ciò si ripercuote su voti più bassi e conseguente calo della motivazione.
O. ma è vero che rumori e disturbi acustici in genere possono essere direttamente collegati all’insorgenza di disturbi del sonno?
E. Vari studi hanno dimostrato che il rumore può interferire con il tempo di addormentamento, che si prolunga, ma anche disturbando il sonno con risvegli precoci e cambiamenti nella distribuzione degli stadi del sonno, con riduzione degli stadi di sonno profondo, aumento degli stadi di sonno leggero, alterazione del sonno rem e interferenza con la capacità di sognare. Se il disturbo del sonno provocato dal rumore si prolunga eccessivamente, la struttura del sonno può deteriorarsi in modo permanente.
O. Parliamo però anche degli effetti positivi che genera nelle persone a livello psicologico un ambiente acusticamente confortevole. Come sai io sono profondamente convinto che il comfort acustico sia direttamente collegato al benessere delle persone. Secondo te qual’ è l’aspetto psicologico che maggiormente trae beneficio per le persone che vivono e lavorano in ambienti acusticamente confortevoli?
E. Un ambiente acusticamente confortevole dà una sensazione di benessere generale. E non significa che debba regnare il silenzio. Ma che ci sia per esempio un rumore di sottofondo che caratterizzi quel tipo di ambiente e che ci permetta di sentirci parte di esso. Spesso i rumori di sottofondo diventano così familiari da farci quasi compagnia. Questo aiuta anche a sentirsi a proprio agio con se stessi e con gli altri. Tutto ciò favorisce una sensazione positiva di armonia. Inoltre, nell’ambiente lavorativo, dove già esistono fattori stressanti legati alla propria mansione, essere protetti dal rumore permette di non essere sottoposti all’ulteriore stress legato alla rumorosità, a prevenire emozioni negative, favorisce la concentrazione sul compito da svolgere e l’efficienza lavorativa.